colla casaglia
La strada scorre via veloce divorata dalle nere ruote che sembrano voler divorare con ingordigia quello che le arriva avanti.
Il caldo e l’interminabile pianura hanno fatto spazio a distese di alberi dentro cui la strada avanza sinuosa.
Si inerpica verso il cielo, e con lei l’animo comincia a vagare verso pensieri sempre più radi, rarefatti...non trova più ostacoli, né preoccupazioni, né limitazioni.
Lo spirito finalmente è libero di volteggiare nello spazio della mente, nel vuoto assoluto.
Qualche nuvola in cielo, più grigia delle altre, non basta ad offuscare la mente.
Curva dopo curva, sembrano paesaggi conosciuti da sempre, soltanto dimenticati dalla frenesia dei giorni comuni.
L’aria fresca ravviva ogni momento la situazione di libertà e di pace, ogni tanto qualche insetto riporta alla sensazione corporale delle cose; quel lieve dolore salutare che ti riporta per un attimo su questa terra, e poi via di nuovo per altri mondi, inebriato dal verde cangiante e dall’azzurro screziato.
Si sale ancora...l’aria si fa frizzante: sento il bisogno di chiudere la visiera.
Ed ecco, tra un raggio di sole filtrato attraverso gli abeti ed un altro compare davanti a me un volto. Come su uno schermo, compare riflesso il mio volto: per un attimo mi perdo a guardarmi che guardo la strada, e mi ritrovo ad osservarmi da fuori, snocciolare curve, accarezzare l’asfalto.
La fame svanisce, la sete non si presenta, la stanchezza sembra aver passato la mano. Solo qualche sporadico motociclista che incontro lungo la strada nel senso opposto mi leva il sogno di essere su un pianeta sconosciuto tutto per me, paradiso di natura sole curve e libertà...
Si comincia a scendere! presagio del triste ritorno alla realtà. Da ora in poi tornerà il traffico, prima rado, fatto di macchinette che uniscono le frazioni, poi a diventare disordinato, la fila comincerà ad infittirsi, le strade ad incrociarsi a sovrapporsi e a rincorrersi senza quella calma e quell ordine che regnava fino a qualche attimo fa!
Arriva la pianura, stavolta dall’altra parte dell’Appennino.
Già l’aria sembra diversa...anche le macchine si fanno prepotenti...il traffico è caotico!
Questi giorni sono finiti, restano lì sospesi, nel limbo dei ricordi, nei cassetti che all’occorrenza serviranno, una volta aperti, a colorare i grigi istanti della vita cittadina...
Colori....sapori....profumi....forme....persone....amici.... emozioni....impressi col fuoco nel cuore!
Il caldo e l’interminabile pianura hanno fatto spazio a distese di alberi dentro cui la strada avanza sinuosa.
Si inerpica verso il cielo, e con lei l’animo comincia a vagare verso pensieri sempre più radi, rarefatti...non trova più ostacoli, né preoccupazioni, né limitazioni.
Lo spirito finalmente è libero di volteggiare nello spazio della mente, nel vuoto assoluto.
Qualche nuvola in cielo, più grigia delle altre, non basta ad offuscare la mente.
Curva dopo curva, sembrano paesaggi conosciuti da sempre, soltanto dimenticati dalla frenesia dei giorni comuni.
L’aria fresca ravviva ogni momento la situazione di libertà e di pace, ogni tanto qualche insetto riporta alla sensazione corporale delle cose; quel lieve dolore salutare che ti riporta per un attimo su questa terra, e poi via di nuovo per altri mondi, inebriato dal verde cangiante e dall’azzurro screziato.
Si sale ancora...l’aria si fa frizzante: sento il bisogno di chiudere la visiera.
Ed ecco, tra un raggio di sole filtrato attraverso gli abeti ed un altro compare davanti a me un volto. Come su uno schermo, compare riflesso il mio volto: per un attimo mi perdo a guardarmi che guardo la strada, e mi ritrovo ad osservarmi da fuori, snocciolare curve, accarezzare l’asfalto.
La fame svanisce, la sete non si presenta, la stanchezza sembra aver passato la mano. Solo qualche sporadico motociclista che incontro lungo la strada nel senso opposto mi leva il sogno di essere su un pianeta sconosciuto tutto per me, paradiso di natura sole curve e libertà...
Si comincia a scendere! presagio del triste ritorno alla realtà. Da ora in poi tornerà il traffico, prima rado, fatto di macchinette che uniscono le frazioni, poi a diventare disordinato, la fila comincerà ad infittirsi, le strade ad incrociarsi a sovrapporsi e a rincorrersi senza quella calma e quell ordine che regnava fino a qualche attimo fa!
Arriva la pianura, stavolta dall’altra parte dell’Appennino.
Già l’aria sembra diversa...anche le macchine si fanno prepotenti...il traffico è caotico!
Questi giorni sono finiti, restano lì sospesi, nel limbo dei ricordi, nei cassetti che all’occorrenza serviranno, una volta aperti, a colorare i grigi istanti della vita cittadina...
Colori....sapori....profumi....forme....persone....amici.... emozioni....impressi col fuoco nel cuore!
0 Comments:
Posta un commento
<< Home