CUBA-6
02/05/2008
Sveglia presto, colazione abbondante, e un attimo di pace prima di mettersi in macchina.
Facciamo 4 passi per Vinales, ma non c’è un gran che da vedere.
Sulla piazza principale vendono gadgets per turisti, dalle foto del Che alle bandiere di Cuba ai manufatti locali.
Un piccolo mercato sotto i portici delle case della via principale, con le massaie intente a rovesciare vestiti, come in tutti i mercati d’Italia.
Ci dirigiamo a visitare una grotta, arriviamo poco dopo l’apertura, siamo i primi della giornata.
Tant’è che anche la barca che ci deve portare a fare il giro non è ancora arrivata.
Avranno pensato”...ma questi italiani, non dormono la mattina???”.
Concrezioni come “il teschio”, “il serpente”, “la bottiglia di champagne”, sono alcune delle suggestive figure che con chiaroscuro e un po’ di fantasia si vengono a incontrare.
Poi dritti al “MURAL DE LA PREHISTORIA”, un murales di 120 metri, realizzato nel ’61 da 15 persone in 5 anni di lavoro.
Date una parete uguale a 3 writers e ve ne faranno di migliori in 15 giorni. DELUDENTE!!!
Tutto intorno i mogote, montagne calcaree piene di concrezioni.
Non possiamo tornare a casa bianche dopo una settimana ai caraibi, quindi oggi mezza giornata di mare a CAYO Jutias, un’isola ora collegata alla terra da una stretta strada soprelevata.
Prima di arrivarci troviamo ben due checkpoint, dove prendono nota di targa, numero di occupanti e nazione di provenienza.
Dopo quasi un chilometro tra le acque turchesi, arriviamo al faro fatto erigere dagli americani.
La spiaggia è davvero bianca, dà persino fastidio senza inforcare gli occhiali.
Finissima sabbia bianca, alberi sul bagnasciuga, ombrelloni fatti di legno e foglie di palma: da cartolina.
La giornata corre veloce nell’ozio, al sole e nell’acqua limpida.
Viene sera in fretta e torniamo alle nostre casette nel bosco, per l’ultima sera nella tranquillità, prima di rientrare domani nel caos metropolitano di L’Avana.
Sveglia presto, colazione abbondante, e un attimo di pace prima di mettersi in macchina.
Facciamo 4 passi per Vinales, ma non c’è un gran che da vedere.
Sulla piazza principale vendono gadgets per turisti, dalle foto del Che alle bandiere di Cuba ai manufatti locali.
Un piccolo mercato sotto i portici delle case della via principale, con le massaie intente a rovesciare vestiti, come in tutti i mercati d’Italia.
Ci dirigiamo a visitare una grotta, arriviamo poco dopo l’apertura, siamo i primi della giornata.
Tant’è che anche la barca che ci deve portare a fare il giro non è ancora arrivata.
Avranno pensato”...ma questi italiani, non dormono la mattina???”.
Concrezioni come “il teschio”, “il serpente”, “la bottiglia di champagne”, sono alcune delle suggestive figure che con chiaroscuro e un po’ di fantasia si vengono a incontrare.
Poi dritti al “MURAL DE LA PREHISTORIA”, un murales di 120 metri, realizzato nel ’61 da 15 persone in 5 anni di lavoro.
Date una parete uguale a 3 writers e ve ne faranno di migliori in 15 giorni. DELUDENTE!!!
Tutto intorno i mogote, montagne calcaree piene di concrezioni.
Non possiamo tornare a casa bianche dopo una settimana ai caraibi, quindi oggi mezza giornata di mare a CAYO Jutias, un’isola ora collegata alla terra da una stretta strada soprelevata.
Prima di arrivarci troviamo ben due checkpoint, dove prendono nota di targa, numero di occupanti e nazione di provenienza.
Dopo quasi un chilometro tra le acque turchesi, arriviamo al faro fatto erigere dagli americani.
La spiaggia è davvero bianca, dà persino fastidio senza inforcare gli occhiali.
Finissima sabbia bianca, alberi sul bagnasciuga, ombrelloni fatti di legno e foglie di palma: da cartolina.
La giornata corre veloce nell’ozio, al sole e nell’acqua limpida.
Viene sera in fretta e torniamo alle nostre casette nel bosco, per l’ultima sera nella tranquillità, prima di rientrare domani nel caos metropolitano di L’Avana.
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