martedì, febbraio 14, 2006



Amor, ch’al cor gentil ratto s’apprende,
prese costui de la bella persona
che mi fu tolta; e ‘l modo ancor m’offende.
Amor, ch’a nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer sì forte,
che, come vedi, ancor non m’abbandona.

Mi sono preso la briga di rispolverare il vecchio volume di terza liceo per rileggere un canto che per me ha sempre voluto dire qualcosa….
E’ stata l’unica cosa che ho davvero studiato nei miei anni di scuola, l’unica che ha davvero appassionato. Ne è prova la marea di appunti, annotazioni, scarabocchi lasciati sui bordi delle pagine, tra le righe, in mezzo alle parole.

Sarà stata l’occasione, che da sempre fa l’uomo ladro, o vista l’occasione romantico…o sarà stata la reclusione forzata da questi giorni di malanno…mi sono ritrovato a leggere dell’amore visto da un eccelso!
E come contraddirlo!
L’amore vero è quello che dura per sempre, che va oltre i confini materiali del tempo e dello spazio, che non si confronta con cose finite come il giorno o materiali come la casa e i regali.
Ma come possiamo allora noi, esseri per definizione finiti e materiali, confrontarci con tali bellezze e sublimi sentimenti…
Possiamo solo provare ad esporci al sole cercando di scaldarci ed “abbronzarci”( e qualche volta scottarci), o dobbiamo diventare tutt’uno.
Forse in alcuni casi dovremmo coprirci, metterci una crema solare, almeno le prime volte, o prendere poco sole per volta, per evitare che quella bella sensazione di caldo e di benessere si trasformi in pelle bruciata che non fa dormire la notte e che ti fa restare coperto per i giorni seguenti.
Ma la tentazione di lasciarsi andare e di godere appieno di quel clima, di quella luce che rischiara tutto intorno, è troppo forte.
E allora ci troviamo nella situazione di Icaro, che si libra nell’aria, noncurante della sua natura umana, che si avvicina troppo al Sole e perdendo il controllo delle sue ali crolla al suolo.
E più tempo siamo stati in volo, più tempo abbiamo goduto di quella situazione eterea, più il ritorno alla realtà è opprimente.

E allora? che fare?

Abbandonare per sempre l’idea di volare, o cercare un’altra ala, costruita con materiali più resistenti rispetto a piume e pece?

Penso che la risposta sia scontata….nessuno, una volta conosciuta la bellezza dell’amore potrebbe rinunciarvi.

Porterà inevitabilmente dolore, ma più grande sarà il dolore che potrà sopportare, più grande sarà il piacere che avrà portato.

E allora l’unica soluzione è lasciarsi rapire, solcare i cieli sempre più in alto, volare liberi, sempre più su, fino a trovare l’unica nave che ci porterà così in alto da farci diventare tutt’uno con il Sole, fondere con lui in un unico essere e splendere come lui di luce nostra.