Nella testa quegli occhi…nel cuore i tuoi occhi
Stasera non gira proprio…
Sto cercando di leggere, ma le parole si rincorrono, le righe si susseguono una dietro l’altra, senza fermarsi nella mia mente.
Nemmeno la lettura mi distrae, o meglio: nemmeno la lettura riesce a farmi concentrare.
Ho messo in sottofondo una raccolta di De Gregori, che scandisce il passare del tempo.
Ma nemmeno quello ferma i miei pensieri.
Sento il bisogno di scrivere, e allora prendo la penna e tiro fuori un foglio dal blocco che da qualche tempo tengo vicini al letto, tra i libri ammonticchiati sulla scatola degli stivali da moto.
La penna scivola, la scia di segni su quel foglio di carta tirato fuori a caso dal mucchio.
La mia mente si distrae continuamente, non riesce a stare concentrata per più di due minuti; ogni rumore, ogni macchina che sento passare sul pavè sconnesso della strada oltre la finestra porta la mia mente lontana dai suoi pensieri. E ogni volta ci metto di più a ritornare a fare quello che stavo facendo un attimo prima.
Due colpi di clacson giù in strada, brevi, quasi sussurrati; sembrano chiamare qualcuno.
Lo sferragliare di una vecchia carrozza arancione del tram della linea 9; si ferma al semaforo.
Eccolo che riparte, quasi un sospiro affannoso che si perde allontanandosi.
Mi accorgo come d’improvviso che lo stereo si è ammutolito; chissà da quanto tempo è lì silenzioso, che mi osserva sdraiato sul letto.
Mi alzo, rimetto lo stesso cd, tanto lo ho sentito fino adesso, non mi darà certo fastidio risentirlo.
Guardo fuori dalla finestra: qualche macchina che lentamente gira per le strade fredde e silenziose nella notte di Milano; alcuni ragazzi che parlano a voce bassa fuori da un ristorante; un altro tram, vuoto: solo il conducente annoiato, che muove meccanicamente la manetta e aspetta di poter liberare l’incrocio.
Vago per casa, senza un’ombra di sonno per poter finalmente appoggiare la testa sul cuscino e riposare, e far finire un’altra giornata.
Un’altra notte senza sonno… un’altra notte da far passare… un’altra notte da pensare….
Sto cercando di leggere, ma le parole si rincorrono, le righe si susseguono una dietro l’altra, senza fermarsi nella mia mente.
Nemmeno la lettura mi distrae, o meglio: nemmeno la lettura riesce a farmi concentrare.
Ho messo in sottofondo una raccolta di De Gregori, che scandisce il passare del tempo.
Ma nemmeno quello ferma i miei pensieri.
Sento il bisogno di scrivere, e allora prendo la penna e tiro fuori un foglio dal blocco che da qualche tempo tengo vicini al letto, tra i libri ammonticchiati sulla scatola degli stivali da moto.
La penna scivola, la scia di segni su quel foglio di carta tirato fuori a caso dal mucchio.
La mia mente si distrae continuamente, non riesce a stare concentrata per più di due minuti; ogni rumore, ogni macchina che sento passare sul pavè sconnesso della strada oltre la finestra porta la mia mente lontana dai suoi pensieri. E ogni volta ci metto di più a ritornare a fare quello che stavo facendo un attimo prima.
Due colpi di clacson giù in strada, brevi, quasi sussurrati; sembrano chiamare qualcuno.
Lo sferragliare di una vecchia carrozza arancione del tram della linea 9; si ferma al semaforo.
Eccolo che riparte, quasi un sospiro affannoso che si perde allontanandosi.
Mi accorgo come d’improvviso che lo stereo si è ammutolito; chissà da quanto tempo è lì silenzioso, che mi osserva sdraiato sul letto.
Mi alzo, rimetto lo stesso cd, tanto lo ho sentito fino adesso, non mi darà certo fastidio risentirlo.
Guardo fuori dalla finestra: qualche macchina che lentamente gira per le strade fredde e silenziose nella notte di Milano; alcuni ragazzi che parlano a voce bassa fuori da un ristorante; un altro tram, vuoto: solo il conducente annoiato, che muove meccanicamente la manetta e aspetta di poter liberare l’incrocio.
Vago per casa, senza un’ombra di sonno per poter finalmente appoggiare la testa sul cuscino e riposare, e far finire un’altra giornata.
Un’altra notte senza sonno… un’altra notte da far passare… un’altra notte da pensare….
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