giovedì, ottobre 30, 2008

Siamo noi, siamo in tanti Ci nascondiamo di notte Per paura degli automobilisti Degli attipisti Siamo i gatti neri Siamo i pessimisti Siamo i cattivi pensieri E non abbiamo da mangiare Com'è profondo il mare Com'è profondo il mare Babbo, che eri un gran cacciatore Di quaglie e di faggiani Caccia via queste mosche Che non mi fanno dormire Che mi fanno arrabbiare Com'è profondo il mare Com'è profondo il mare E' inutile Non c'è più lavoro Non c'è più decoro Dio o chi per lui Sta cercando di dividerci Di farci del male Di farci annegare Com'è profondo il mare Com'è profondo il mare Con la forza di un ricatto L'uomo diventò qualcuno Resuscitò anche i morti Spalancò prigioni Bloccò sei treni Con relativi vagoni Innalzò per un attimo il povero Ad un ruolo difficile da mantenere Poi lo lasciò cadere A piangere e a urlare Solo in mezzo al mare Com'è profondo il mare Poi da solo l'urlo Diventò un tamburo E il povero come un lampo Nel cielo sicuro Cominciò una guerra Per conquistare Quello scherzo di terra Che il suo grande cuore Doveva coltivare Com'è profondo il mare Com'è profondo il mare Ma la terra Gli fu portata via Compresa quella rimasta addosso Fu scaraventato In un palazzo,in un fosso Non ricordo bene Poi una storia di catene Bastonate E chirurgia sperimentale Com'è profondo il mare Com'è profondo il mare Intanto un mistico Forse un'aviatore Inventò la commozione E rimise d'accordo tutti I belli con i brutti Con qualche danno per i brutti Che si videro consegnare Un pezzo di specchio Così da potersi guardare Com'è profondo il mare Com'è profondo il mare Frattanto i pesci Dai quali discendiamo tutti Assistettero curiosi Al dramma collettivo Di questo mondo Che a loro indubbiamente Doveva sembrar cattivo E cominciarono a pensare Nel loro grande mare Com'è profondo il mare Nel loro grande mare Com'è profondo il mare E' chiaro Che il pensiero dà fastidio Anche se chi pensa E' muto come un pesce Anzi un pesce E come pesce è difficile da bloccare Perchè lo protegge il mare Com'è profondo il mare Certo Chi comanda Non è disposto a fare distinzioni poetiche Il pensiero come l'oceano Non lo puoi bloccare Non lo puoi recintare Così stanno bruciando il mare Così stanno uccidendo il mare Così stanno umiliando il mare Così stanno piegando il mare

giovedì, ottobre 23, 2008

LA MIA LIBERTA’ FINISCE DOVE COMINCIA LA LIBERTA’ DI UN ALTRO

Sono schifosamente indignato, schifato, offeso e deluso della situazione nella quale la nostra scuola si sta infilando.
Ma non c’entrano Gelmini, tagli alle università o privatizzazioni.
Lo scandalo sono i ragazzi, i bambini, e ancor più i genitori che USANO i loro innocenti e ignari figli per scendere in piazza a fare casino.
E non mi venga a dire qualche benpensante (perché, come dice giustamente il governo, c’è tanta ignoranza in proposito) che chi lotta oggi lo fa per il bene dei figli anche miei.
E’ inammissibile vedere dei ragazzi liceali che sotto gli striscioni con cui si battono per difendere la propria istruzione “dalla riforma Gelmini”, si spingono a forzare un cordone di polizia posto a difesa della libertà di tutti quei lavoratori, utenti delle ferrovie, che aspettano di tornare a casa.
Perché quello successo l’altro giorno a Milano in Cadorna non è altro che una premeditata aggressione alle forze dell’ordine, che si sono semplicemente difese dall’assalto di teste calde.
Chissà perché nessun manifestante di quelli medicati in seguito agli scontri si è poi fatto vivo in ospedale, per eventualmente denunciare “l’aggressione” da parte delle forze dell’ordine.
Quasi sicuramente per evitare una sicura e meritata denuncia per aggressione a pubblico ufficiale.
Non è obbligatorio dover spaccare tutto o pestare un celerino per dar peso alla propria protesta, ci sono modi e luoghi per dissentire sulla riforma della scuola.
E poi quale cazzo di riforma Gelmini…ma almeno l’avete letto il DECRETO LEGGE!!! Perché la sapete la differenza tra un decreto legge fatto di sette articoli e una riforma, spero?!
Otto articoli in cui si citano le votazioni in decimi anziché il giudizio, il giudizio sul comportamento degli studenti, dell’insegnamento di quella che una volta si chiamava educazione civica, dell’adozione dei libri di testo e dell’adozione di un maestro unico (con il quale fino ad oggi siamo cresciuti tutti, e senza alcun trauma, anzi con più disciplina e rispetto per le persone rispetto a tanti ragazzini di oggi).
E il tutto solo e rigorosamente per le scuole ELEMENTARI….
E i tagli alle università (finanziaria, non decreto Gelmini) non sono altro che la drastica soluzione a quell’enorme spreco di denaro e a quella mancanza di rispetto verso le persone pensanti che sono gli oltre TRECENTO facoltà fantasma creati ad hoc con meno di quindici iscritti, e le DECINE di corsi di laurea con solamente un iscritto!!!
La protesta messa in scena in questi giorni è pura e semplice violenza, non si può minimamente parlare di protesta.
La protesta civile si limita a denunciare senza ledere le libertà di alcuno.
Non si può urlare al mondo che l’istruzione in Italia andrà allo sfacelo (siamo, oltre che un popolo di navigatori di santi, anche di economisti e profeti) per poi impedire a chi realmente vuole istruirsi di esercitare un proprio diritto occupando le facoltà, interrompendo/irrompendo nelle aule con metodi dittatoriali le lezioni e creando disordini per le strade.

LA LIBERTA’ DI OGNUNO FINISCE DOVE COMINCIA LA LIBERTA’ DI UN ALTRO

domenica, ottobre 19, 2008

Luci e ombre.
Caldo e freddo.
Alto e basso.
Alternarsi di situazioni, di stati delle cose, di circostanze.
Strano trovarsi nel bel mezzo delle cose, sballottati da un punto all’altro dai casi di ogni giorno.
Galleggiare, sempre, cercare di tirarsi fuori come in una vasca di syncro, per una frazione di secondo, per far vedere a tutti quanto può essere bella la fatica di restare sull’acqua…

martedì, ottobre 07, 2008

eccolo il Pellizza da Volpedo che mi batteva come un chiodo nella testa...il quarto stato!



lunedì, ottobre 06, 2008

motogiro

Vista la levataccia fatta per vedere la motogp da Phillip Island’s, ne approfitto per un giro in moto, forse l’ultimo del 2008.
Aspetto ancora un paio d’ore dopo la memorabile rimonta del mitico 46, così la temperatura dell’aria ha modo di alzarsi.
La direzione è il mare, quello più vicino è quello ligure di Genova, passando per il Turchino.
Il primo pezzo scelgo di farlo comodo: autostrada direzione GE, la prendo ad Assago.
Mi accorgo subito che questo è davvero l’ultimo giro serio. Nonostante la calzamaglia, la tuta, la doppia maglia a maniche lunghe il maglione e la tuta in pelle, il freddo è pungente, e penetra in ogni cucitura, in ogni pertugio, dritto come una lama fredda sulla pelle.
Uscita a Tortona, poi in statale verso Ovada attraverso Novi Ligure (che è ancora in Piemonte).
La 456 sale molto dolcemente tra i castagni.
Rossiglione, Campo Ligure, Masone e sono arrivato.
Già uscendo dalla stretta galleria, a senso unico alternato, che sancisce lo scollinamento del Passo del Turchino(531m s.l.m.).
Pochi chilometri a strapiombo e sono sul mare.
Svolto a destra e mi fermo poi di fronte al mare arrabbiato di Arenzano, al Kiosko, con un panino e una coca.
Mi lucertolizzo, nella mia tuta di pelle nera, che ruba i raggi caldi del sole.
Alle 2.15 sono già in sella, attraverso mezza Zena e poi su verso Pontedecimo, direzione Nord.
La Statale dei Giovi si snoda pressochè parallela alla A7, divisi solo dallo Scrivia e dalla ferrovia il disegno è lo stesso.
Scollino a 472m s.l.m. e mi ritrovo a Tortona.
Qui mi ricordo di una sera, con l’amico Luke, che mi diceva che il Varzi è proprio dietro l’angolo.
Massì, l’ora lo consente, è presto, si può fare.
Viguzzolo, Volpedo(ma chi era Pelizza da Volpedo....questo nome mi ronza per la testa), Val Curone.
Qui il paesaggio è fantastico.
L’autunno non lo si sente solo sulla pelle, lo si vede tutto intorno, sugli alberi, sui muretti diroccati, in mezzo ai campi.
Le viti sono cariche, le stanno svuotando in questi giorni.
Colori così forti e tinte così cariche che nemmeno il più pazzo dei pittori oserebbe mai usare per dipingere.
Rosso fuoco, giallo carico, viola paramento, sparsi tra le tonalità miste di verde si alternano tra i casali e le stalle sulle colline del Monferrato.
Accompagnato da questi colori salgo da Varzi fino a Brallo di Pergola (951m s.l.m.) e poi via dritto fino al Passo del Penice(1149m s.l.m.).
La starda è quasi sempre perfetta, gli ultimi due chilometri che collegano i due passi però rasentano lo sterrato; proprio questo pezzo aveva scoraggiato me e lo ZioTeo l’ultima volta che ci eravamo spinti fin quassù.
Una pausa allo Scarpone per un panino con la pancetta e per l’acquisto di una bottiglia di amaro del Monte Penice e poi via, prima che cali il sole.
Fa fresco, ed è meglio scendere finchè c’è ancora qualche raggio di sole che scalda, per non soffrire troppo.
Ancora Varzi, Bagnaria, Ponte Nizza, Voghera, Pavia ed eccomi a casa.
Quasi 400 km per l’ultimo(qualcuno ci crede?) giro del 2008.
Un po’ stanco e infreddolito, col culo piatto, scendo dalla Delfina, ancora una volta fedele compagna dei miei vagabondaggi a 2 ruote.