lunedì, maggio 29, 2006

ADDIO...

E’ bastata una firma...
uno scarabocchio su un foglio di carta copiativa per farla sparire dalla mia vita.
Nemmeno i fidanzatini sono così semplici e sbrigativi nel dirsi addio...
Forse era giunto il momento che l’unione finisse, dopo 4 anni di vita simbiotica, ho voluto porre fine a questo idillio, prima che la vecchiaia, gli acciacchi e le rughe iniziassero a comparire e ad offuscare quei bei ricordi che abbiamo condiviso.
Quattro anni in cui ogni giorno sei stata compagna della mia esistenza: nei fine settimana spensierati e nelle domeniche pensose; nelle giornate assolate e nelle fredde mattinate invernali, quando rientravo battendo i denti e con quella sensazione di spilli nelle dita; uscendo dal lavoro o nella pausa pranzo e tu sei sempre stata lì, in attesa, desiderosa solo di qualche attenzione, di pochi piccoli gesti sinceri.
Non mi hai mai chiesto nulla, non ti ho mai sentita brontolare, o alzare la voce, o bofonchiare qualcosa alle mie spalle...anche quando esageravo con gli amici e ti strapazzavo un po’...non te la sei mai presa...
Fedele compagna, meglio lasciarsi così, prima che i nostri rapporti si guastassero, che ci stufassimo l’uno dell’altra.
Ti ho accarezzato dolcemente, strattonato con decisione; ma sempre con rispetto abbiamo condiviso le nostre esistenze, “fianco a fianco, goccia a goccia...”
Chiassà se le nostre strade si incontreranno ancora.....chissà se ci riconosceremo...ognuno con la propria nuova metà...chissà se chi sarà con te ti tratterà con guanti di velluto o maglia d’acciaio...
Addio “DEA, grande amore, regina delle curve, fedele compagna di avventure, gioie, sbronze e giornate felici”

giovedì, maggio 18, 2006

INCOMPIUTA

scintillanti
lacrime di diamanti sulle foglie sparse
perle di nuova vita.
guizzanti lame di luce
limpidi lembi seghettati sull’asfalto scuro.
dipinti calici pendenti, inebrianti
profumi tersi nell’aria trasparente
sfavillanti grazie tra le strade del mondo.
lievi fili fluttuanti sottili
su prati agitati da brezze gentili

profumi spersi per l’aria frizzante...

good riddance

Another turning point, a fork stuck in the road. Time grabs you by the wrist, directs you where to do. So make the best of this test, and don't ask why. It's not a question, but a lesson learned in time. It's something unpredictable, but in the end is right. I hope you had the time of your life. So take the photographs, and still frames in your mind. Hang it on a shelf of good health and good time. Tattoos of memories and dead skin on trial. For what it's worth, it was worth all the while. I hope you had the time of your life. I hope you had the time of your life

Green Day

lunedì, maggio 15, 2006

Mi accorgo sempre di più di avvicinarmi inesorabilmente al punto di non ritorno...
Forse per troppo tempo mi sono illuso di poter portare una maschera, di intraprendere il ruolo del bravo figlio...
Ma adesso quel ruolo si sta rivelando esatamente l'altra faccia della medaglia che mi rappresenta, o meglio che qualcuno è convinto mi rappresenti.
L'insofferenza monta feroce come le onde del mare d'inverno...e forse per non ferire chi mi è sempre stato vicino, almeno fisicamente, continuo ad accumularle rancore.
E' uno strano meccanismo: mi sento sempre di più mstretto, legato ad una situazione che non sento più rappresentarmi, e anzichè esternare, comunicare questo mio stato di insofferenza, lo nascondo, nemmeno troppo bene, e mi vien fuori quel lato scontroso, menefreghista, che pochi conoscono.
E anzichè porre avanti una situazione di taglio netto, porto ad un lento logorio, ad un lungo stato tensionale che si concluderà, questo già lo posso intuire, ad una fragorosa ed inevitabile rottura, come un genoa che esplode msotto una raffica di vento...
So che esiste una soluzione, ma ancora non la vedo così vicina alla sua realizzazione...
E allora ecco le soluzioni di compromesso che però, come tutti i compromessi, non soddisfa nessuna delle due parti.
C'è stato il periodo in cui per scappare andavo a correre, ma me ne sono accortosolo ora qual era il vero motore che mi spingeva a farlo; poi mi sono trovato un secondo lavoro, ma stavo solo cercando di riempire il tempo; quindi le scorribande solitarie con la moto, soli sulle strade di pianura o di montagna, ma finalmente e felicemente in pace con il mondo; poi la musica; ora la lettura, forse il più grande scudo che mi sto costruendo attorno.
Sento di essere felice, tranquillo, solo fuori da queste quattro mura, con i miei amici, i miei compagni, insomma con la mia vita, di cui non voglio assolutamente che ne faccia parte.
Di qui la mia chiusura, il mio cambio d'umore appena entro in casa, appena vedo quella luce accendersi, o sento squillare il telefono...
Per me è diverso...sento che la strada non è più questa, ma non so come troverò la forza di invertire la rotta...non la sento più come la strada giusta...
Sono come un eterno ricercato, come un latitante: perennemente in fuga, in fuga dalla mia vita, dalla mia attuale vita, in fuga dalla mi acondizione di figlio, o meglio di ex figlio modello, di "brau fieu".
Sto vivendo la mia vita volutamente lontano dai miei affetti, sto chiudendo tutte le porte e le finestre, sto sigillando ogni pertugio, ogni fessura.
E ad ogni finestra sento dall'esterno un grido di dolore, il tonfo sordo di una pesante lacrima che cade dalla guancia di una madre, a cui però non voglio dare nè ascolto nè spiegazione...Forse non sono ancora cresciuto abbastanza, o forse sono dovuto crescere troppo in fretta , oppure non ho ancora metabolizzato quello che credevo oramai essere passato...non so più cosa fare senza ferire le persone a cui tengo, cosa essere...se abbandonarmi al Limbo o scegliere tra Paradiso e Inferno...se proseguire in questa via oppure cercarmi, crearmi un bivio, prima che la strada diventi un ponte, senza possibilità alcuna di cambiaredirezione nè senso di marcia...

venerdì, maggio 12, 2006

Camminavo vicino alle rive del fiume nella brezza fresca degli ultimi giorni d'inverno e nell'aria andava una vecchia canzone e la marea danzava correndo verso il mare. A volte i viaggiatori si fermano stanchi e riposano un poco in compagnia di qualche straniero. Chissa dove ti addormenterai stasera e chissà come ascolterai questa canzone. Forse ti stai cullando al suono di un treno, inseguendo il ragazzo gitano con lo zaino sotto il violino e se sei persa in qualche fredda terra straniera ti mando una ninnananna per sentirti più vicina. Un giorno, guidati da stelle sicure ci ritroveremo in qualche angolo di mondo lontano, nei bassifondi, tra i musicisti e gli sbandati o sui sentieri dove corrono le fate. E prego qualche Dio dei viaggiatori che tu abbia due soldi in tasca da spendere stasera e qualcuno nel letto per scaldare via l'inverno e un angelo bianco seduto alla finestra.

McR

lunedì, maggio 08, 2006

Mi manca quello squillo la sera
quelle due parole sussurrate piano
nel buio della casa
nel caldo della stanza....
La trepidante attesa di un messaggio,
di una chiamata persa,
di una chiacchierata furtiva...
Mi manca quella carezza accennata,
quello sguardo complice,
quel pizzicotto galeotto,
quel giocare di dita segreto...
Mi manca quell abbraccio silenzioso,
più loquace di tante parole inutili,
quel silenzio complice
quei discorsi vuoti...
Mi manca lo scherzo, il riso
lo schiaffo, la carezza
la parola dolce e il grido sussurrato
Mi manca il respiro del sonno e lo sbadiglio la sera
due occhi dolci la mattina, un abbraccio senza pegno
una mano che cerca, lo sfiorarsi celato...
Mi manca la fame, l’insonnia
la preoccupazione, la gelosia
l’ebbrezza astemia, la sete insaziabile...
Mi manchi tu
ma nel mio cuore è il problema:
che non sa dove sei tu!

martedì, maggio 02, 2006

Il lIbro della Terra

E lasciami guardare
voglio solo un po' lasciarmi vivere
presto tutto passa e poi ci lascia.
Già torna primavera

tutto è più tranquillo e più felice
forse sono i fiori che sorridono
E tutto è detto

tutto è scritto
dentro il libro della terra
...e lasciami ascoltare

vibrano le foglie come anime
e quando il fiume passa quasi parla

Mario Venuti